VERONA – Si è svolto il 20 marzo, Piazza Bra, in pieno centro a Verona, la seconda tappa di “TIM Donne in gioco”, iniziativa promossa dalla Lega Nazionale Dilettanti, con l’obiettivo di dare maggiore visibilità al calcio femminile e ai suoi valori, accendendo i riflettori su temi importanti. Dopo la prima tappa di Bari, in cui si era parlato di corretto stile di vita e programmi di allenamento per le atlete, a Verona si tocca un tema ancora più delicato, che è quello dello sport come strumento di integrazione sociale, argomento approfondito grazie al contributo di diverse personalità del mondo dello sport.
POTAGONISTI Testimonial della giornata Stéphanie Ohrstrom, portiere dell’AGSM Verona e della Nazionale svedese, e Francisca Yeboaa, atleta ghanese dell’Hellas Monteforte. Entrambe hanno raccontato di come il calcio le abbia aiutate ad integrarsi nel nostro Paese. Sono intervenuti inoltre il Presidente LND Felice Belloli, Fiona May, ex campionessa di atletica leggera, oggi consigliere FIGC per l’integrazione e le politiche contro le discriminazioni razziali, il ct della Nazionale femminile Antonio Cabrini, e tre rappresentanti storici dell’Hellas Verona, come Emiliano Mascetti, Domenico Penzo e Luigi Sacchetti.
DALLA NAZIONALE ROSA Presente inoltre la squadra dell’AGSM Verona, con Patrizia Panico e il capitano Melania Gabbiadini, che fanno parte anche della Nazionale femminile, e i tecnici e gli allievi della Scuola Calcio mista, nata dalla collaborazione tra Hellas Verona e AGSM. In Piazza Bra spazio anche al divertimento, un’area “fun” ha infatti ospitato giochi e attività ispirati al calcio femminile. Prossime tappe di “TIM Donne in gioco” saranno Brescia, Firenze e Milano, appuntamenti nei quali si discuterà di temi quali discriminazioni di genere, contrasto alla violenza sulle donne e parità di accesso al mondo del lavoro.
Luisa Del Giudice